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Capricornus

Capricorno

In perfetta opposizione al Cancro, simbolo dell'«incarnazione» e della creazione, il Capricorno, che ospita la "Porta degli dei", rappresenta la separazione dalle materialità terrene. Proprio come la natura in inverno, all'inizio del quale cade questo segno, il capricorno evoca lo spogliarsi ed il raggrinzirsi della materia, nonché il silenzio e la meditazione, tipici dei mesi invernali. Ritenuto segno di terra, simboleggi del seme che, sottoterra, inizia la sua lenta e progressiva maturazione, fino a giungere alla "resurrezione" al mondo sotto forma di erba primaverile. Il Capricorno é' paragonabile alla "mezzanotte della Terra", regno ove dominano il buio ed il freddo.
Secondo l'Astrologia, é sotto questo segno che il Sole si trova al solstizio invernale. In realtà questa é, come per gli altri undici segni dello zodiaco, una semplice convenzione, poiché (per effetto della precessione degli equinozi) già dal 60 a.C. il Sole «rinasce» nella costellazione precedente: il Sagittario, a partire dal 2100 invece questo fenomeno si verificherà nello Scorpione. Gli astri appartenenti alla costellazione del Capricorno, circa venti quelle che possiamo vedere a occhio nudo, sono facilmente rintracciabili disegnando (
idealmente) una linea  a partire da Vega, la più luminosa stella della Lira, ad Altair dell'Aquila (ugualmente visibile, é semplice trovare questi due corpi celesti: nessuna delle stelle fisse di questa parte di cielo é altrettanto brillante), tirando poi dritto verso meridione per un uguale porzione di cielo.
geroglifico
Il Capricorno é un animale di fantasia, costituito dalla parte anteriore di una capra e dal retro di un pesce. La tradizione spiegava questa doppia natura con la sua collocazione in cielo, cioé in quello che anticamente veniva chiamato «il Mare»: in esso risiedevano solo asterismi acquatici come l'Acquario, i Pesci,  la Balena (o mostro marino) Ceto, l' Idra (serpente d'acqua) , il fiume Eridano e la Nave Argo. I Greci raccontavano che Zeus aveva voluto effigiare, in questa costellazione, un travestimento del dio Pan. Durante l'attacco mosso agli dei olimpi da Tifone ( gigantesco mostro generato dall'unione della Madre Terra con Tartaro) le divinità in preda al terrore trovarono rifugio in Egitto, qui essi adottarono lo stratagemma di tramutarsi in animali: Pan in particolare, mutò il retro del suo corpo in pesce e la parte anteriore in capro. Atena, l'unica a non essere fuggita, criticò Zeus per la sua vigliaccheria lo convinse ad affrontare a viso aperto Tifone. Contro il mostro, egli lanciò uno dei suoi fulmini,  poi lo ferì con una falce di diamante ed inseguì fino al monte Casio, in Siria. A questo punto, avendolo ormai inbebolito, ingaggiò con lui una lotta a mani nude. Tifone però, benché ferito, era ancora in grado di mettere in difficoltà chiunque, ed infatti strinse Zeus tra le sue spire, gli strappò via la falce, e gli tagliò i tendini di mani e piedi. Ridotto all'impotenza il suo divino nemico, lo portò in spalla fino in Cilicia lì lo chiuse dentro l'antro Coricio. Fatto questo, nascose in una pelle d'orso i tendini recisi e li affidò a sua sorella Delfine (mostrusa anch'essa: la parte inferiore del suo corpo era costituita dalla coda di un serpente). Fu proprio Pan a liberare Zeus, spaventando la  fanciulla-serpente con uno dei suoi proverbiali urli ( la parola panico, prende il nome proprio dai terribili suoni emessi da questo dio), mentre spetto ad Ermes il compito di recuperare i tendini e riattaccarli. Zeus, ripresosi, inseguì su un carro alato Tifone ed iniziò a colpirlo con le sue folgori. Il terribile scontro che ne seguì, terminò con la vittoria del re degli dei che uccise Tifone e lo seppellì sotto l'Etna che ancora adesso, secondo Apollodoro, butta fuori il fuoco di quei fulmini. Come premio per l'opera svolta da Pan, Zeus decise che da quel momento in cielo doveva essere effigiato il travestimento adottato in Egitto dal dio-fauno. Proprio grazie a questa leggenda, talvolta  la costellazione del Capricorno venne detta, in epoca classica, anche "Pan". Non é difficile ricavare il significato astronomico di questa storia: Zeus rappresenta il Sole che, ormai al solstizio invernale, è in balia delle tenebre. Metaforicamente si può dire che sia sceso in una grotta oscura, dalla quale potrà uscire solo grazie alla capra-pesce solstiziale ( il travestimento di Pan), che sta a simboleggiare l'inversione del percorso del Sole, ora rivolto verso la "risalita", l'uscita dagli «inferi». Ora Zeus-Sole, che grazie ai suoi tendini può tornare a muoversi, é libero di salire nel cielo per poi, come ogni anno, sconfiggere a primavera le tenebre dell'inverno.

          
La vera origine del Capricorno

L
'iconografia del Capricorno, era a dire il vero antecedente ai Graci, traendo le sue origine nella Mesopotamia, ove l'effigie del capro-pesce era già molto diffusa. Il nome era (nella lingua sumerica) SUHUR.MAS mentre in accadico era detto suhurmassu, termini questi che significano appunto «pesce-capra». Esso rappresentava il dio Ea, principale divinità nella più antica religione sumerica e destinato a divenire, in epoca successiva, uno dei tre componenti della Triade creatrice, assieme ad Anu ed Enlil  ( quest'ultimo, personificazione della Saggezza, creatore e architectus del mondo in cui viviamo. Il segnificato dell'ideogramma che rappresentava il suo nome
  era «dimora delle Acque», poichè secondo una leggenda, il dio risiedeva negli abissi (dai quali però poteva uscire, essendo -come  pesce-capro-, di natura anfibia ed ambivalente). Veniva venerato come "protettore degli uomini" poiché li aveva salvati dal Diluvio Universale, comunicando a uno di essi, il Gran Saggio (una specie di Noé), i segreti per la costruzione di un'arca. Venne chiamato  anche Oannes, grecizzazione di Eaganna, ovvero "Ea il Pesce": il dio che aveva insegnato agli esseri umani la dottrina originaria.
Essenso il signore della Terra dell'Acqua, risiedeva giustamente nella zona Sud dello zodiaco, quello che oggi viene non a caso chiamato "tropico del Capricorno" ma che allora portava il nome di «via di Ea». Le altre due divinità della Triade si spartivano il dominio delle restanti parti del cosmo: Enlil,  re del cielo, aveva il dominio della parte Nord della volta celeste,
che era appunto chiamata  «via di Enlil»; Anu invece regnava sulla fascia del Sole. Talvolta il Capricorno era chiamato, su iscrizioni sumere in linguaggio cuneiforme, "Padre della Luce": attributo che indicava in antichità  il segno che ospitava solstizio d'estate; cosa che effettivamente si era verificata col Capricorno nel 13.000 a.C.

capricorno

La porta degli dei

I due solstizi, si veda quanto detto a proposito del Cancro, erano considerati le "porte" o "vie" che collegavano la non-manifestazione al mondo manifesto: la porta Nord, il Cancro, era la "strada in discesa" degli esseri viventi, delle "creature" che andavano ad incarnarsi, a trovare un corpo con cui vivere; la porta Sud, il Capricorno, era invece la "strada in salita" delle anime verso il cielo.

Troviamo il tema della Porta del Solstizio d'inverno anche in questa parabola di Cristo, definito "pastore e porta delle pecore": «Gesù disse questa parabola» é scritto nel
Vangelo di Giovanni , «ma quelli non compresero di che cosa volesse parlare loro. Gesù allora continuò: "In verità, in verità vi dico: io sono la porta delle pecore ... Io sono la porta. Chi entrerà attraverso di me sarà salvo; entrerà ed uscirà e troverà pascolo ... Io sono venuto perché abbiano la vita e l'abbiano in sovrabbondanza''» Non a caso il Natale di Cristo viene celebrato proprio il 25 dicembre, all'inizio del segno del Capricorno, quando anticamente veniva celebrato il Sole Invitto, nascente dal buio e dal freddo invernali e su di essi trionfante. 

Le stelle del Capricorno

La
costellazione del Capricorno non è molto brillante né facilmente individuabile in cielo. La sua stella più luminosa, Delta Capricorni, ha appena magnitudine 2,98. E' chiamata Deneb Algedi, dalla parola araba al dhanab al jady, cioé «la coda della capra».
La testa della capra é costituita da Alpha Capricorni, ovvero Giedi o Algedi, «il capro» (a dire il vero sono due stelle, alpha1 e alpha2, dette Prima Giedi e Secunda Giedi, rispettivamente 4,53 e 3,77
di magnitudine); e Beta Capricorni ( sistema multiplo dalla magnitudine 3,25), chiamata Dabih, cioé l'arabo al sad al dhabih, ovvero «la fortuna dei sacrificanti».
Nell'Antichità, Sad al Dhabih indicava la coppia di stelle Alpha e Beta Capricorni poiché,
nel periodo natalizio, nel giorno in cui la Luna si trovava sui due astri, veniva celebrata tra i musulmani, la festa di Id-al-Adha, nel corso della quale venivano sacrificate delle capre per favorire la guarigione dalle malattie. Il nome venne poi ristretto in Dabih ed assegnato alla sola stella Beta, mentre per la Alpha si scelse quello di Giedi. Da notare, in ultimo, la Gamma Capricorni ( 3,8 di magnitudine), posta nella coda (vicino a Deneb Algedi), e chiamata Nashira, ovvero la Fortunata, cioé al sad al nashirah, «la portatrice di notizie fortunate».

riassunto tratto da "Planetario" di Alfredo Cattabiani

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